Le case galleggianti possono essere una nuova forma edilizia ecologica e allo stesso tempo funzionale che ben si presta a sviluppi edilizi senza però intaccare nuove aree; i terreni che non vengono in questo modo utilizzati per interventi edilizi possono essere così dedicati all’agricoltura o ad aree di sviluppo del territorio e le case galleggianti alla fine del loro corso vitale possono essere rimosse e smaltite
1° Relazione Illustrativa (Pdf) 2008
2° Relazione Illustrativa - La Città Fluttuante (Pdf)
3°Relazione Illustrativa - Vantaggi Villaggi Galleggianti (Pdf)
Il progetto prevede l’utilizzo di un ambito di cava, al fine di realizzare un “villaggio” di case galleggianti (house-boat) che, data la sua localizzazione, potrebbe essere funzionale alle necessità abitative di soggetti a basso reddito: studenti, turisti, single, ecc.
L’utilizzo di case galleggianti permetterebbe una soluzione edilizia nuova, caratterizzata da tecnologie costruttive all’avanguardia e dall’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili tali da renderle autosufficienti. Farebbe dunque di tale complesso residenziale un ambito di pregio qualitativo e a basso impatto ambientale.
Le House-boat sono case galleggianti, autosufficienti dal punto di vista dei consumi energetici poiché alimentate con energie rinnovabili sono costituite da moduli di circa 70 mq per piano e si possono realizzare massimo di due piani fuori acqua e uno sotto. La parte che giace sotto il livello dell’acqua è costituita da pareti in calcestruzzo. Sono fabbricate con materiali riciclabili che non seguono gli standard edilizi ma si rifanno per lo più a tecnologie usate in ambito navale.
La modularità consente di comporre diverse tipologie di “villaggi galleggianti”. I moduli vengono ancorati al terreno spondale della cava e lasciati libere di ruotare per seguire il corso del sole e aumentare l’accumulo di energia fotovoltaica.
Sono collegati tramite pontili al cui interno passano tutte le reti tecnologiche.
L’impatto ambientale è minimo: i moduli sono removibili (house-boat e pontili) e atti ad accogliere sia appartamenti che servizi.
Le modalità di finanziamento per la realizzazione (nonché di gestione) possono essere sia private che pubbliche.
Da parte della municipalità si ha la possibilità di introiti derivati dall’affitto dell’area o di oneri per il “posto barca”, oltre ad una risposta pubblica di abitazioni a basso affitto alle categorie meno protette ed alla ridefinizione e riqualificazione delle aree oggetto di intervento.
La moda delle case sull’ acqua iniziò con il finire della seconda guerra mondiale, con la mancanza di alloggi da una parte e l’improvvisa abbondanza di navi dismesse dall’ altra. Quella che oggi rappresenta una delle ultime tendenze, rappresenta un fenomeno antico e tipico delle comunità caratterizzate fortemente dalla convivenza, forzata o voluta, con questo elemento.