West Milano

West Milano - Zona 7


“[…] La questione delle cave (e loro recupero) rientra a pieno titolo in una questione paesaggistica. Lo è, innanzitutto, perché le cave in assenza di un attento inserimento e di modalità di realizzazione e di un intervento adeguato di recupero sono luoghi di degrado e di compromissione territoriale”.


Il progetto di recupero di ambizioni di cava deve avere “valenze di inserimento nelle strategie più generali di ricomposizione paesaggistica e ambientale dei contesti di riferimento valutando, dove possibile, l'opportunità di un loro mantenimento come specchi d'acqua, finalizzando gli interventi anche a utilizzi turistico/ricreativi, culturali, oltre che ambientali ed ecosistemici (ad es. realizzazione di parchi urbani, zone umide, potenziamento degli elementi della rete ecologica, zone per attività sportive, per spettacoli all'aperto, interventi di land-art etc.) "

(Linee guida per il recupero delle cave nei paesaggi lombardi- delibera N°X/495 25/07/2013)


Allegati:


Relazione "2017 Proposta recupero cave dismesse" Milano (pdf)

Relazione "Riferimenti Normativi Lombardia" (Pdf)

Tavola di progetto (Pdf)

Tavola proprietà comunale (Pdf)



Concept


Il progetto prevede l’utilizzo di un ambito di cava, al fine di realizzare un “villaggio” di case galleggianti (house-boat) che, data la sua localizzazione, potrebbe essere funzionale alle necessità abitative di soggetti a basso reddito: studenti, turisti, single, ecc.


L’utilizzo di case galleggianti permetterebbe una soluzione edilizia nuova, caratterizzata da tecnologie costruttive all’avanguardia e dall’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili tali da renderle autosufficienti. Farebbe dunque di tale complesso residenziale un ambito di pregio qualitativo e a basso impatto ambientale.


Le House-boat sono case galleggianti, autosufficienti dal punto di vista dei consumi energetici poiché alimentate con energie rinnovabili sono costituite da moduli di circa 70 mq per piano e si possono realizzare massimo di due piani fuori acqua e uno sotto. La parte che giace sotto il livello dell’acqua è costituita da pareti in calcestruzzo. Sono fabbricate con materiali riciclabili che non seguono gli standard edilizi ma si rifanno per lo più a tecnologie usate in ambito navale.

La modularità consente di comporre diverse tipologie di “villaggi galleggianti”. I moduli vengono ancorati al terreno spondale della cava e lasciati libere di ruotare per seguire il corso del sole e aumentare l’accumulo di energia fotovoltaica.

Sono collegati tramite pontili al cui interno passano tutte le reti tecnologiche.


L’impatto ambientale è minimo: i moduli sono removibili (house-boat e pontili) e atti ad accogliere sia appartamenti che servizi.


Le modalità di finanziamento per la realizzazione (nonché di gestione) possono essere sia private che pubbliche.

Da parte della municipalità si ha la possibilità di introiti derivati dall’affitto dell’area o di oneri per il “posto barca”, oltre ad una risposta pubblica di abitazioni a basso affitto alle categorie meno protette ed alla ridefinizione e riqualificazione delle aree oggetto di intervento.


La moda delle case sull’ acqua iniziò con il finire della seconda guerra mondiale, con la mancanza di alloggi da una parte e l’improvvisa abbondanza di navi dismesse dall’ altra. Quella che oggi rappresenta una delle ultime tendenze, rappresenta un fenomeno antico e tipico delle comunità caratterizzate fortemente dalla convivenza, forzata o voluta, con questo elemento.